Nordic Walking al Ciucarun (Campanile di San Martino)
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20130310 - Al Ciucarun: geometrie sensuali20131205 - Camminare, p. 0020131205 - Camminare, p. 36
20131205 - Camminare, p. 3720131205 - Camminare, p. 38

Geologia e storia, natura e cultura, attività sportiva e silenzio: questi gli elementi alla base dell'escursione che il Macchie mi ha fatto vivere ad inizio marzo. Ci troviamo a cavallo della Serra Morenica, la porzione sinistra dell'Anfiteatro morenico di Ivrea, un rilievo (il più grande d'Europa) di origine glaciale risalente al periodo quaternario.
A guidarmi attraverso il percorso, lungo circa 13 chilometri per un dislivello positivo di 550 metri, Marco Macchieraldo, vulcanico istruttore biellese di Nordic Walking il quale, assieme all'esperto del territorio Giampiero Flecchia, mi ha raccontato i segreti di questo luogo, con aneddoti storici e curiosità geografiche.

Un campanile solitario ai piedi della Serra Morenica.

Articolo e fotografie a cura di
Nicolò Caneparo



Si parte dalla Chiesa della Madonnina di Sala Biellese (BI), situata poco dopo il famoso "Rifugio degli Asinelli", ottimo punto di riferimento per tutti i walkers forestieri, i quali possono consultare alcune mappe esposte ed utilizzare l'ampia area pic-nic. Dai 550 metri d'altitudine si sale gradevolmente per circa tre chilometri ai 650 della cresta del rialzo morenico, attraverso una strada sterrata, non impegnativa, alternando folti boschi ad ampie radure. Prima di iniziare la salita vera tuttavia, si supera Torrazzo, che accoglie i camminatori con la sua meridiana e alcuni pannelli informativi che raccontano la storia di queste terre. Terminato il breve tratto d'asfalto, più avanti la strada si impenna, senza comunque impensierirmi. In breve tempo, tra un racconto e l'atro, raggiungiamo il culmine della morena. Da qui si può ben comprendere tale formazione geologica: la lingua del ghiacciaio ha scelto di fermarsi proprio qui, portando con sé tutti gli indizzi per raccontare il proprio viaggio nel tempo. Il breve attimo di pausa che ci prendiamo viene riempito dagli aneddoti relativi al tragitto che stiamo percorrendo:

«Un valico che un tempo rappresentava l'unica via di comunicazione tra l'Eporediese e il Biellese, e che la gente percorreva più volte al giorno per recarsi al lavoro».
 
Il nostro cammino sulla via Francigena riparte in discesa, affrontando un sensibile dislivello, in cui tecnica e calzature specifiche fanno la differenza. La strada infatti diventa un ripido sentiero, un poco dissestato: Marco mi ricorda di puntare in avanti i bastoncini, e di avanzare con passo sicuro, non dimenticando mai il bilanciamento del peso. In meno di due chilometri si scende di 250 metri, il fitto bosco di castagni, rovere e betulle si dirada e, innanzi a noi, appare tanto maestosa quanto solitaria una torre in pietra: abbiamo così raggiunto il nostro obiettivo.
Il Campanile romanico di San Martino si trova in mezzo ad un ampio pianoro con vista sulle montagne della Valle d'Aosta e come una sentinella, a mezza costa sul fianco sud della Serra, veglia i paesi sparsi nell'ampia pianura sottostante. Si tratta dell' ultimo resto della chiesa omonima nei pressi della quale sorgeva il borgo medievale di Paerno.
Per quanto non abbiamo notizie certe sulle origini, le caratteristiche architettoniche dell'edificio inducono a collocarle nell'XI secolo. Il primo documento che riguarda la chiesa di San Martino risale alla fondazione nel 1250 del borgo fortificato di Bollengo, per volontà della città di Ivrea. In quella circostanza si ingiunse alla popolazione di Paerno e di altri abitati vicini di abbandonare le proprie case e di trasferirsi nel nuovo borgo. In pochi decenni a Paerno non rimase altro che la chiesa in pietra col suo campanile, destinata tuttavia a permanere a lungo come luogo di culto per la popolazione locale, tradizionalmente devota al santo dedicatario. Il progressivo degrado della costruzione è documentato da un testo del 1477, anno in cui essa cessa di essere parrocchia autonoma e continua a funzionare soltanto come oratorio. Nel 1731 un decreto vescovile ordina la demolizione della chiesa, divenuta quasi "spelonca di briganti".

«Rimane dunque il campanile le cui "Ciocaron" da secoli non fanno più sentire i loro rintocchi».

Qualche minuto stesi sul prato, alcune fotografie e via che si torna a camminare, imboccando la mulattiera del ritorno, assai spettacolare. Si monta nuovamente lungo un sentiero in cui molti sassi la fanno da padrone. La salita dura abbastanza per imporre una gestione oculata delle energie rimaste: i bastoncini devono sorreggere bene il peso del corpo, sono ancora tanti i chilometri da coprire. Raggiunta nuovamente la cima della morena il terreno sotto i nostri piedi diventa più semplice, morbido e confortevole: abbondanti infatti sono gli aghi di pino che lo ricoprono. Siamo immersi in uno dei punti più interessanti dell'intero anello. Da una posizione così rialzata possiamo godere di un panorama mozzafiato: un lungo "viale" di fronte a noi, sulla sinistra pinete sconfinate geometricamente tagliate di netto da alcuni tagliafuoco, e sulla destra sparute betulle che conducono lo sguardo giù, sino alla pianura. Tra le linee spigolose degli alberi e quelle rette della strada, spiccano quelle tondeggianti di alcuni enormi massi erratici che spuntano dal profilo della morena, a ricordarci, sempre che ce ne fosse ancora bisogno, di quanta forza ha impresso sul suolo il ghiacciaio durante il suo spostamento. La nostra giornata sta volgendo al termine, il sole radente del tardo pomeriggio allunga le nostre ombre, e noi stanchi e soddisfatti pianifichiamo già la prossima uscita. Se anche voi volete godere le medesime emozioni, contattate telefonicamente Marco Macchieraldo al +39 333 2662599 oppure con un'email a info@ilmacchie.it



» Lunghezza: 13 chilometri abbondanti (14 se si percorre anche l'ultimo tornante di via Francigena prima del Ciucarun)

» Difficoltà: media. Impone una buona conoscenza della tecnica e un abbigliamento adatto (zaino, calzature, e anche viveri perchè non vi è un punto di ristoro).

» Dislivello: 550 m + (positivo)
» Tempo di percorrenza: indicativamente 5 ore per un nordic walker normale, circa 3 ore e 15 minuti per un nordic walker sportivo.

»
Punto più elevato:
732 m/slm

»
Punto più basso:
430 m/slm

» Fondo: 90% sterrato / 10% asfaltato

» Mappa di riferimento: Carta del Biellese 1:25'000 Sud-Ovest (Terzo Foglio)

»
Coordinate partenza/arrivo:
N. 45.50396° - E. 7.96782°

» Coordinate Ciucarun: N. 45.48773° - E. 7.94200°











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